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ENRICO CARUSO

Una voce, un mito


Il Grand Hotel Vesuvio ha intitolato ad Enrico Caruso il ristorante del roof garden. Il tenore fu ospite affezionato dell'albergo e amava definirlo "la sua casa napoletana”. Tornato a Napoli, trascorse al Grand Hotel Vesuvio gli ultimi anni della sua vita. Una grande passione di Caruso era quella per la cucina, soprattutto quella napoletana. Aiutare i più bravi pizzaioli e cuochi napoletani a trasferirsi a New York e dava lorouna mano a mettere su un esercizio nella "Little Italy", sperando così di ricreare un angolo della sua amata Napoli. La passione per la cucina era affiancata dalla sua abilità di cuoco: era solito infatti cimentarsi nelle cucine dei vari ristoranti italiani di Brooklyn o invitare gli amici nella sua grande villa per dar prova delle sue capacità culinarie, incoraggiato dall'applauso della sua corte. Con una punta di falsa modestia, egli così sentenziava:"Dite di me che sono un modesto tenore, ma non mi dite che sono un cattivo cuoco!". Il piatto che riusciva ad entusiasmare soprattutto i suoi amici italo-americani erano i "Bucatini alla Caruso" che, oggi come allora, deliziano gli ospiti del Caruso Roof Garden. Il piatto che riusciva ad entusiasmare soprattutto i suoi amici italo-americani erano i "Bucatini alla Caruso" che, ancora oggi, deliziano gli ospiti del Caruso Roof Garden.



 

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